Riassunto
Ho avuto il piacere di conoscere Federico Dossena, Managing Director di DS Smith Recycling.
Con lui abbiamo avviato un progetto di trasformazione organizzativa partendo dalla analisi della cultura aziendale per poi arrivare a comprendere che la cultura Agile era quello che cercava da tempo.
La prima cosa che ho fatto – ancora prima di iniziare il percorso con uno dei Team di gestione del ciclo di vita del prodotto – è stata visitare il sito web dell’azienda.
Ho scoperto con piacere che i punti chiave sono:
• riciclo
• sostenibilità.
Il tema della sostenibilità è stato l’argomento principale della conferenza italiana sulla Business Agility 2019 e insieme a Federico ti raccontiamo perché siamo partiti proprio dai principi e valori.
E di fatto che cos’è Agile se non crescita sostenibile del Team e del Business?
Abbiamo coinvolto Alessandro, HR Business Partner e abbiamo insieme organizzato e progettato un workshop che ha visto coinvolti i manager di primo livello.
La sfida della trasformazione culturale Agile
Ecco perché la prima domanda che ho fatto a Federico ti aiuterà a comprendere perché la cultura agile viene prima di tool e strumenti operativi.
Il percorso
Quali caratteristiche ha un’azienda che sposa la cultura agile?
Voglio partire descrivendo brevemente che cosa facciamo. DS Smith recycling si occupa di gestire il processo di lavorazione della carta per produrre scatole e packaging. Il riciclo parte con la raccolta della carta da macero che proviene sia dalle nostre città che dalle industrie.
Siccome crediamo nei circoli virtuosi ed ogni giorno ci sforziamo di migliorare il nostro processo produttivo, risulta abbastanza chiaro che le persone che lavorano con noi, di fatto, vivono la sostenibilità in ogni loro passo quotidiano.
In questo modo andiamo oltre il messaggio corporate perché siamo tutti consapevoli che stiamo lavorando oggi per lasciare a chi ci sarà dopo di noi, un mondo che ancora ha delle risorse.
Mi piace dire che l’attenzione alla sostenibilità è un sentiment comune che come Manager ho potuto trasferire e rafforzare grazie anche all’aiuto di tutti i miei collaboratori.
Partendo dal CEO e arrivando a cascata a tutti i collaboratori si è sviluppata nel tempo una vera e propria cultura agile fatta di crescita sostenibile.
D: Certo che sentir dire da un Manager che, partendo dal CEO, il messaggio corporate della cultura Agile che sviluppa crescita sostenibile è stato diramato a tutti, non è cosa banale.
In effetti ne abbiamo già parlato anche in questo articolo, evidenziando che cosa può fare un CEO per impostare la cultura Agile che porta a una crescita sostenibile del business.
Per questo ti chiedo:
Cosa ti ha spinto a pensare che il cambio culturale fosse la prima
cosa su cui puntare?
Spesso sento ancora il temine Azienda utilizzato come la definizione di una entità astratta che prende decisioni o impone nuove regole.
L’Azienda, in quanto composta da Persone, è formata da individui che lavorano assieme, ognuno con le proprie caratteristiche, condividendo tempi e spazi.
Da questo concetto non si può prescindere e non si può più pensare che le persone si possano spostare, riorganizzare come fossero oggetti.
La mia riflessione è quindi stata: Qual è quel fil rouge che lega persone, azione e processi? La cultura.
E in particolare la cultura Agile mi è sembrata molto vicina al mio modo di essere.
Agisco in un certo modo perché i valori toccano le corde del mio sentire personale. Le norme aziendali diventano quindi una naturale conseguenza di un percorso. A maggior ragione questo è importante per noi perché lavoriamo su sedi dislocate sia in Italia che all’estero.
D: Quindi ti sei messo in gioco tu per primo in questa trasformazione.
Come è stato il tuo approccio alla cultura Agile?
Sono sensibile alle formule di crescita personale partendo in primis da me che ho la consapevolezza di ignorare parecchio. Per questo è sempre mia premura parlare con le persone che lavorano con me per capire di quali strumenti hanno bisogno per poter svolgere al meglio il loro lavoro. Ritengo importante costruire progetti formativi che siano utili trasversalmente e che coinvolgano dal Manager alle persone della produzione. Durante le mie ricerche ho iniziato a leggere e informarmi sul tema ed ecco che ho capito che poteva essere una buona strada da intraprendere.
Ho apprezzato il mindset Agile perché ci sta aiutando ad aggregare e armonizzare processi e creare collaborazione fra le persone.
D: La tua sensibilità ti ha quindi portato a fare prima una disamina su te stesso e poi hai individuato e realizzato un progetto ad-hoc per i tuoi collaboratori. Anche il contesto in cui viviamo oggi ci ha portato a pensare alla cultura agile come possibilità di crescita sostenibile, basti pensare al modo in cui hai dovuto anche gestire la pandemia.
Cosa può fare un Manager oggi in un contesto così incerto?
Personalmente cerco di trovare quelle leve motivazionali che permettono alle persone di fare squadra e di vendere l’organizzazione come un ambiente in cui crescere, raggiungere obiettivi ed emergere nel mercato rispettando e sviluppando i valori in cui crediamo.
Interpreto il mio ruolo non con il controllo, ma occupandomi delle persone perché sono il cuore pulsante che deve continuare a pompare e a funzionare bene a vantaggio di tutti.
Le persone sono ricche di idee e di conoscenza che possono portare sul tavolo di lavoro ogni giorno e costituiscono uno slancio per il mercato.
D: Solo dopo aver pensato alla impostazione della cultura ci hai chiesto di dare strumenti operativi.
Perché hai pensato proprio ad una cassetta degli attrezzi?
Uno degli aspetti su cui abbiamo delle lacune è che il lavoro distribuito su più sedi, prima del mio arrivo, è sempre stato trattato come un dato di fatto e non si è riusciti a costruire dei team di lavoro veri e propri. Addirittura le persone hanno lavorato per anni insieme ma non hanno avuto l’occasione di incontrarsi.
Lavorare assieme con un fine comune e una condivisione delle esperienze ha comunque bisogno di strumenti per essere realizzata. Dire loro: “Da oggi siete un Team” senza dare strumenti per comprendere la necessità e la modalità di interazione non mi sembra una buona idea 😉
Abbiamo quindi iniziato a lavorare insieme e ora le persone stanno facendo dei piccoli passi in autonomia.
D: Federico tu sai bene che i processi di cambiamento, in generale, hanno tempi lunghi. Ma sono curiosa di sapere che cosa hai osservato in questi mesi.
Cosa è cambiato e che cosa vedi cambiare ogni giorno?
Il cambiamento più evidente è stato vedere che le persone hanno iniziato ad aprirsi e a scambiarsi informazioni.
La disponibilità a condividere e definire la base per costruire un processo decisionale basato su informazioni chiare e non più su supposizioni o sentito dire.
È chiaramente un percorso lungo, ci sono resistenze al cambiamento che sono intrinseche nell’essere umano, ma procediamo.
Credo nella necessità di sostenere il cambio culturale con attività di coaching e confronto settimanale almeno per qualche mese e poi a cadenza più lasca perché, come dicevo, è un percorso e bisogna allenarsi.
Sottolineo poi che lo sforzo non può essere solo delle persone che lavorano con noi. Come Manager è importante che facciamo da apripista perché il cambiamento non si cala dall’alto ma si vive e si gestisce insieme. La sponsorship interna dei Manager è fondamentale.
D: Tu sei un Manager che ha avuto il coraggio di portare questo cambiamento. Ti va di parlare francamente ai tuoi colleghi?
Cosa diresti, da Manager, a chi non ha ancora deciso di percorrere
questa strada?
Il valore di una organizzazione Agile, unita alla possibilità di dare alle persone che lavorano con noi, strumenti per:
- lavorare meglio
- in un ambiente armonico
- che stimola la crescita personale
merita di essere valutato attentamente.
Il valore di ritorno stiamo verificando con mano che è molto più alto rispetto al mero conto economico dell’investimento.
Avere al proprio fianco persone capaci e motivate che permettono di sbloccare flussi di energia positiva è impagabile.
Per me questa è una esperienza entusiasmante perché va a toccare le leve che stimolano la reattività delle persone.
Vedere persone che arrivano con il sorriso con il piacere di vivere la giornata in modo positivo e come osservatore a distanza è una gratificazione rispetto allo sforzo che stiamo facendo.
D: Federico però tu hai fatto anche un altro grande passo: hai convolto Alessandro, il tuo HR Business Partner. Qui condivido volentieri alcune immagini di uno dei workshop.
Perché hai deciso di coinvolgere l’HR Manager?
Per me l’HR Manager è la persona di riferimento per i miei collaboratori. Non è più solo l’ufficio paghe. Alessandro mi aiuta a:
- definire progetti
- stimolare le persone soprattutto dove c’è un cambiamento radicale sia di cultura che di metodo.
Abbiamo bisogno di professionisti esterni per comprendere le potenzialità della cultura Agile per rendere sostenibile la crescita del Business. Metterlo in pratica significa fare il grosso lavoro dall’interno e non può prescindere dal coinvolgimento della funzione HR.
Se vuoi approfondire come coinvolgere HR e Marketing per creare una strategia funzionale di employee branding clicca qui e guarda il video.
Grazie Federico per aver dato a chi ci segue la possibilità di scoprire che:
- vale la pena Approcciare la cultura Agile nelle aree strategiche dell’organizzazione
- Coinvolgere nel percorso i Manager e l’HR è fondamentale per la riuscita del progetto
Puoi guardare il video dell’intervista cliccando qui sotto. Buona visione e buona riflessione!
Per approfondire il tema della cultura organizzativa puoi leggere: